Sicurezza sui cantieri, l’intervento dell’ingegnere Giuseppe Bassi

L’ingegnere Giuseppe Bassi, referente Inarsind in giunta Confprofessioni Lombardia, ha partecipato alla stesura del protocollo promosso dalla Regione Lombardia finalizzato alla sensibilizzazione sulla sicurezza nei cantieri, al di là della dimensione e della natura (pubblica o privata degli stessi). Di seguito, vi proponiamo il suo intervento integrale e, nella parte finale dell’articolo, l’intervista realizzata dal giornalista Gennaro Del Core.

Egregio Presidente Avv. Fontana,
Egregi Assessori
Egregi convenuti della Regione Lombardia e delle associazioni firmatarie del Patto

Mi è particolarmente gradito portare non solo i saluti ma soprattutto i complimenti, miei e quelli di tutte le organizzazioni della libera professione, a chi, dalla rispettiva posizione di amministratore, o dirigente pubblico, o di rappresentante di categoria, ha contribuito a realizzare il documento che viene oggi sottoscritto, “Linee di indirizzo per la sicurezza del lavoro nei cantieri delle grandi opere”.

In proposito, riallacciandomi a quanto già detto dal dott. Superti e dall’ing. Colombo, e ricordando che viviamo in tempi di sovraccarico e intreccio di disposizioni di legge che paradossalmente ottengono spesso il risultato opposto a quello desiderato e aumentano i rischi di conflitto tra una norma e l’altra, trovo assolutamente utile la scelta di emanare il documento come “Linee di indirizzo”. Esse, al di là della pur importante contingenza delle opere citate espressamente in titolo – e cioè coinvolte nel PNRR, nel Piano Lombardia, e nell’ambito dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026 – rappresentano, in pratica, la summa di quanto più avanzato vi è oggi in Italia in tema di sicurezza del lavoro.

Ma, in questo momento di ufficiale divulgazione, è giusto sottolineare che vanno molto al di là dell’ambito dei grandi progetti citati, perché possono essere di ispirazione e di grande utilità per tutti coloro che lavorano o progettano o organizzano i cantieri comunque definiti e anche oltre, per la importanza di una visione chiara di società civile articolata ma organizzata razionalmente e nella legalità, nella quale tutti hanno un posto riconosciuto e tutti sono interallacciati e cooperanti per perseguire comuni obiettivi di progresso e benessere.

La sicurezza, e in particolare la sicurezza del lavoro, è una tematica che richiede competenze multidisciplinari, e in pratica risulta particolarmente articolata in una regione come la Lombardia caratterizzata da altissima antropizzazione, da vincoli e condizioni al contorno decisive per moltissimi cantieri, da fortissima integrazione tra tutti gli ambiti dell’attività umana.

Il documento che qui viene celebrato è perciò un grande segnale di attaccamento al territorio, e si rivolge non solo agli operatori ma anche alla società nel suo complesso: il valore aggiunto alla sicurezza delle migliaia di lavoratori nei nostri cantieri è ben più di quello di una ulteriore norma cogente; è il consolidamento serio, profondo, esteso di una cultura di base che ha le sue radici in Italia da meno di 3 decenni, ma che le associazioni presenti a questo tavolo perseguono, direi, per istituto, e fin da allora, con grande determinazione.

Le persone si riuniscono volontariamente in associazioni, e in Italia il rilevante numero di associazioni è una grande garanzia di libertà e solidità della società.

Se le associazioni si uniscono e lavorano nella stessa direzione di una guida politica e amministrativa attenta alle questioni più rilevanti per cooperare e produrre documenti come questo – documenti di cultura, cultura intendo non libresca ma intesa come sistema di valori solidamente radicato e largamente diuso alla base del pensiero comune – non si può essere che ottimisti per un futuro di sicurezza, di legalità, di sostenibilità tout-court dell’economia per tutti i lombardi.

Il documento avrà la massima diffusione, faremo la nostra parte, grazie ancora a tutti

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