INARSIND PRESENTA L’ENNESIMO ESPOSTO ALL’ANAC PER I BANDI GRATUTI

E’ ora che l’Anac si pronunci definitivamente perché ne và della credibilità della stessa istituzione.

Non sembra avere fine – denuncia INARSIND – Associazione nazionale d’intesa sindacale degli Ingegneri ed Architetti liberi professionisti Italiani – la scia di bandi per l’affidamento di servizi di ingegneria ed architettura che richiedono prestazioni professionali gratuite, ultima quella del Comune di Gubbio che richiede, su base gratuita, la riprogettazione in BIM dei lavori di realizzazione della scuola elementare di Semonte. Questo dopo l’inaccettabile oltre che offensivo bando promosso dall’Amministrazione Comunale di Catanzaro per la redazione del piano strutturale comunale e relativo R.E.U. in merito al quale INARSIND ha presentato esposto all’ANAC. In questo caso, nonostante l’opposizione già da più parti -Sindacati ed Ordini professionali locali – dimostrata l’estate scorsa quando si è manifestata l’intenzione da parte dell’Amministrazione comunale di Catanzaro di procedere con un bando per l’affidamento di prestazioni professionali a compenso zero, l’Ente ha pubblicato il bando in cui pone a base d’asta il simbolico compenso di 1 euro e dichiara la disponibilità alla coperture di spese documentate fino ad un massimo di 250.000,00 euro. INARSIND ritiene tali bandi lesivi degli interessi e della dignità dei liberi professionisti che rappresenta, potenziali partecipanti alla procedura; non è accettabile che si possa richiedere una prestazione professionale gratuita, per giunta attraverso un bando, ledendo principi costituzionali (art. 36) e norme di settore quali il codice degli appalti, le linee guida ANAC e il codice deontologico professionale che impone agli iscritti di non agire nell’esercizio della professione con modalità che contrastino la leale concorrenza. Uno svilimento della professione, l’ennesimo, per cui sembra che il professionista debba guadagnarsi possibili futuri incarichi  o semplicemente la gloria  lavorando gratuitamente, non si vede perché qualsiasi bene venga acquistato dietro pagamento, i dipendenti vengano pagati mensilmente (compresi quelli deglistudi professionali) e i professionisti possano invece regalare il loro operato, da cui discendono peraltro significative responsabilità, come fosse un hobby..

INARSIND confida che l’azione da più parti intrapresa in merito a tali bandi possa portare al loro ritiro prima della conclusione delle procedure e si augura che la coscienza dei professionisti impedisca loro di assecondare questa deriva perniciosa del sistema mandando deserte le gare, questo sarebbe forse il segnale più forte da dare: davvero abbiamo bisogno di un pronunciamento del TAR o dell’ANAC per sentirci legittimati a rifiutare proposte che ledono la nostra dignità di professionisti?

 

comunicato-stampa-inarsind-n-26-2016

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inarsind