ADDIO A MARCELLO CONTI

Scompare uno dei protagonisti della libera professione già presidente di Inarcassa e Inarsind, un amico e un collega di grande valore

Con grande mestizia comunichiamo la triste notizia che domenica 30 Ottobre u.s.  improvvisamente è venuto a mancare l’ing. Marcello Conti, grande figura della nostra Associazione di cui fu Presidente dal 2000 al 2007.

In memoria di Marcello pubblichiamo di seguito un appassionato scritto dell’Ing. Giuseppe Bassi che, oltre ad essere un Suo grande amico,  durante la sua Presidenza ha ricoperto la carica di Segretario Nazionale

MARCELLO CONTI SE NE È ANDATO!
di Giuseppe Bassi

Solo qualche ora fa abbiamo ricevuto questo pugno violento allo stomaco, e siamo ancora qui all’angolo, piegati, ansimanti.

Non rivedremo più Marcello Conti che – per chi legge e, per motivi di età o altro, non conosce le vicende della libera professione degli ultimi decenni – è stato: ingegnere (di grande fama), ispiratore della legge che ha dato vita alle Casse privatizzate, primo Presidente di INARCASSA, ultimo Presidente di SNILPI e primo Presidente di INARSIND.

75 anni, assolutamente attivo pur reduce dalla complessa operazione di un anno fa, non c’è stato alcun segnale premonitore di questo imprevedibile addio.

Mi consola un poco che si sia accomiatato come tutti noi sogniamo questo epilogo, preso atto che non siamo eterni: nella leggerezza del sonno, a casa sua.   Sgomenti ci stringiamo al figlio Carlo, collega ingegnere, alla famiglia, ai colleghi e collaboratori di studio, a tutti coloro che oggi sentono mancare un affetto profondo.

Ora, con sensibilità, Salvo mi chiede un articolo su Marcello con il quale ho condiviso stima, amicizia e una grande parte della mia vita fino all’ultimo colloquio di venerdì: non oggi però.

Troverò le giuste parole e gli argomenti per tratteggiare con il meritato rilievo una persona che, obiettivamente, con la sua opera pluridecennale, più di chiunque altro ha modificato il corso della libera professione in Italia. Me ne assumo formale impegno a breve.

Oggi invece sono solo in grado di tornare con la memoria alla voce, alle parole, ai tanti frammenti di vita condivisi in nome della rappresentanza e della passione per la libera professione e la sua “vitaccia”: frammenti ormai saldati a fuoco in ciò che sono, e che spero di condividere con chi è interessato.

Quest’uomo aveva già assunto la posizione apicale dell’ente di previdenza quando, cogliendo lo spirito del tempo e le occasioni della contingenza politica, ha spinto in modo decisivo l’emanazione della legge che ha istituito le casse di previdenza di diritto privato, trasformando impresentabili carrozzoni di sottobosco ministeriale in “enti associativi senza scopo di lucro” governati dalla rappresentanza della nostra stessa categoria.

Una rivoluzione, in questo paese dominato dall’interferenza pelosa della politica e dello Stato, un cambio di rotta radicale che non solo ha dato un senso concreto al concetto di sussidiarietà ma ha anche riversato una responsabilità – fino allora sconosciuta – su tutti i liberi professionisti, trasformati da spettatori/sudditi in interpreti e autori della trama.

Allora – era il 1994 – con la legge 509 è cambiato tutto.

E di seguito va letto il progetto di istituire un unico sindacato per ingegneri e architetti liberi professionisti, “suicidando” il più diffuso sindacato di categoria esistente, SNILPI, e tracciando la strada di INARSIND, una strada che ha avuto parziale completamento ma che nessuno ha poi abbandonato.

Ma di questa lungimiranza che ha cambiato la vita di tante persone, e anche la mia, parleremo in futuro.

Voglio ora ricordare gli interminabili confronti, gli spunti inesauribili, le lunghissime folli giornate passate a Roma al Sindacato, o in giro per l’Italia a incontrare colleghi, dal briefing prima della riunione alla cena la sera tardi dopo tutti gli incontri, giornate che per me, giovane e affamato di passione professionale, erano imperdibili anche se costavano tanto, in tempo energia denaro impegno, tutto sottratto al resto.

Ma voglio anche ricordare il signore che era Marcello, e la pazienza con la quale spiegava ai nuovi delegati in INARCASSA, quest’ultimo anno, cose complicatissime che la sua stringente logica rendeva elementari.

E l’umanità, l’indulgenza e l’interesse umano, l’indipendenza, l’autorevolezza che ha sempre mostrato a tutti, rappresentando perfettamente il modello di ciò che abbiamo sempre avuto in testa; era un autentico LIBERO PROFESSIONISTA, concetto ormai perso nella nebbia delle miserie di oggi.

Non un commerciante, non un imprenditore, non solo un laureato in ingegneria, con tutto il rispetto verso queste categorie sociali, ma un autentico LIBERO PROFESSIONISTA.

Torneremo sul senso di questa affermazione, e su quanto Marcello sia stato un maestro per tutti noi.

Nel frattempo tentiamo di esorcizzare un abbandono che ci sembra profondamente ingiusto, che ci lascia orfani, che ci fa sentire – noi del sindacato – ancor più fratelli su una unica barca in balia delle onde.

Grazie di tutto Marcello, riposa come meriti, dopo una vita laboriosa e generosa.

Mi peserà tanto l’impossibilità di riprendere i nostri colloqui! … ma vorrei serenamente rassicurarti, se mi puoi sentire: anche per merito tuo siamo partiti per le battaglie necessarie, ora abbiamo imparato, raccolto la staffetta, e non ci fermeremo che dopo il traguardo.

Un forte abbraccio

Pippo Bassi

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