Nel prestigioso scenario dell’Auditorium Antoniano di Roma si è tenuto il 51º congresso Nazionale di Confprofessioni dal titolo “Il professionista 4.0”. L’argomento più volte trattato dagli oltre dieci deputati e senatori e da altri prestigiosi invitati è stato l’approvazione dell’emendamento alla legge bilancio approvato tra il 14 sera e l’alba del 15 inerente l’equo compenso per le prestazioni rese da tutti i liberi professionisti da parte di committenti sia della Pubblica Amministrazione sia privati.
Il successo di Confprofessioni per la perseveranza nel conseguire questo risultato, ma che all’indomani della vittoria tutte le formazioni, politiche e non, ne vogliono contendere la paternità, come di consueto, richiama inevitabilmente il c.d. “decreto Bersani” convertito nella L. 248/2006
il cui titolo riportava …disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, … esigenza di rafforzare la libertà di scelta del cittadino consumatore e la promozione di assetti di mercato maggiormente concorrenziali, anche al fine di favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione, attraverso la liberalizzazione di attività imprenditoriali e la creazione di nuovi posti di lavoro…
che fissava il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti.
È dovuto trascorrere un decennio per far valere l’art. 36 della Costituzione e ridare ai liberi professionisti la giusta dignità, dopo averli portati oltre la soglia della proletarizzazione, con il giusto richiamo anche all’art. 1 per dimostrare che una nazione che vuole progredire deve puntare sull’intellettualità data dai liberi professionisti. È stato ricordato il grande successo della L. 81/2017 (conosciuta anche come Jobs act del lavoro autonomo) che prevede alcune tutele a favore dei liberi professionisti nonché in sostanza li parifica alle PMI (piccole e medie imprese) aprendo le porte a numerosi finanziamenti europei
Negli interventi è emerso che altre nubi addensano il futuro delle libere professioni: la digitalizzazione, nata come risorsa per aumentare la produttività, ma che con l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, la robotica, minerà anche il futuro delle libere professioni con una stima che porterà alla sparizione del 40% delle attuali attività. Per questo bisognerà attivare nuove strategie, adeguarsi al mutare dei tempi confidando nell’aggregazione anche di più figure professionali.
In questa ottica la politica deve dare il suo contributo attraverso la mitigazione delle norme in materia di società tra professionisti, sia fiscale sia normativa, e una vera e unica semplificazione normativa, non settimanale, come avviene con effetto diametralmente opposto, oltre a un alleggerimento fiscale, considerato che è il più oneroso dell’EU.
“Uniti si vince” potrebbe esser lo slogan di Confprofessioni che raggruppa al proprio interno ben 20 associazioni di categorie ordinistiche in un mondo professionale variegato che occupa circa 2.000.000 dipendenti, ma evidentemente ancora pochi per approdare a nuove conquiste sulla dignità dei liberi professionisti.
Il prossimo convegno regionale della Puglia, il 9 marzo 2018 approfondirà le tematiche emerse con auspicio di consapevolizzare e coinvolgere il maggior numero di liberi professionisti.
Ing. Maurizio Wiesel
Vice presidente Confprofessioni Puglia