Riforma delle professioni, luci e ombre

Comunicato stampa Inarsind. Le profonde trasformazioni che hanno segnato i tredici anni trascorsi dall’ultimo provvedimento che le ha riguardate – il D.P.R. 7 agosto 2012 n. 137 – rendevano indispensabile la riflessione sull’ordinamento delle professioni di cui il Governo ha colto l’urgenza, approvando il Disegno di Legge di riforma per la disciplina degli ordinamenti professionali che  pone in primo piano la valorizzazione del ruolo sociale ed economico delle professioni regolamentate, e il contributo da esse apportato allo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese a cui si aggiunge l’impegno a  garantire l’indipendenza,  l’autonomia intellettuale del professionista.

 Nel testo si ribadisce la garanzia all’equo compenso delle prestazioni e l’aggiornamento, entro 120 giorni dall’approvazione del Decreto Legislativo, dei parametri per la determinazione dei compensi.

Per la prima volta si prevede la possibilità di un welfare per le professioni assicurando garanzie a tutela dei professionisti in caso di mancati adempimenti nell’esercizio della professione, e violazioni di termini per scadenze di natura fiscale, tributaria e previdenziale, in caso di impedimenti dovuti ad infortuni, ricoveri ospedalieri, gravi patologie o maternità.

Allo stesso tempo il testo, meritoriamente, avverte la necessità di favorire, disciplinandole adeguatamente, le forme associative o societarie nello svolgimento della professione, applicando anche i regimi fiscali previsti per i modelli societari dalle stesse adottate.

Tuttavia, auspichiamo che il percorso parlamentare chiarisca e modifichi alcune previsioni.

Riteniamo sia da chiarire la previsione per le categorie interessate, sentito il Consiglio nazionale competente, di una disciplina delle specializzazioni, affidando l’organizzazione dei corsi formativi allo stesso Consiglio nazionale richiedente e agli ordini e collegi territoriali, anche  in convenzione con le università.

Non possiamo condividere che il testo licenziato preveda in capo agli ordini e collegi territoriali la funzione di rappresentanza degli iscritti nel relativo albo; né che faccia riferimento al carattere associativo degli ordini e collegi territoriali: questo per l’ovvio motivo che la funzione di rappresentanza ed il carattere associativo sono in assoluta antitesi con l’iscrizione l’obbligatoria all’ordine o al collegio per l’esercizio della professione; rappresentanza e associazione sono invece in perfetta assonanza con libertà di scelta e di adesione.

In vista dei poteri demandati ai Consigli Nazionali, in materia di Formazione auspichiamo che quelli degli Architetti e degli Ingegneri possano rivedere i propri regolamenti in sintonia e giungere ad un regolamento unico per due professioni che tanto hanno in comune.

In materia elettorale abbiamo già in passato fatto richiesta di un nuovo regolamento che consenta di uscire dall’ipocrisia della proposizione della candidatura singola, che in realtà poi si trasforma in ferree candidature riunite in liste non solo sfacciatamente ufficiali, ma da cui hanno origine consigli all’interno dei quali non è garantito nemmeno il diritto di tribuna.

Per i Consigli Nazionali riteniamo sia ormai tempo di procedere all’elezione in maniera diretta da parte degli iscritti e non più da parte dei Consigli Provinciali.

Come già richiesto dal presidente di CONFPROFESSIONI Marco Natali, l’auspicio è che si possa attivare un doveroso confronto con tutte le organizzazioni di rappresentanza.

Presidente e consiglio di Inarsind

Author

Gennaro Del Core, addetto stampa