La riforma e il territorio

Dopo la mattinata decisamente molto frizzante con le illustrazioni delle posizioni di Inarsind, nella persona del Presidente Nazionale Salvo Garofalo, di Inarcassa, con la Presidente Paola Muratorio e dei Consigli Nazionali di architetti, col Presidente Freyrie ed ingegneri col Presidente Zambrano dopo la pausa sono ripresi i lavori del Convegno con un confronto  riguardante le realtá territoriali italiane.

Il dibattito, moderato dall’ing. Michela Diracca, Segretario Nazionale di Inarsind, ha visto presenti tre Presidenti di sezioni Provinciali di Inarsind: uno per il Nord Italia: Milano, con il neo Presidente Ing. Sergio Ponticelli, uno per il Centro Italia: Arezzo rappresentato dal suo Presidente arch. Alessandro Cinelli e per il sud l’ingegner Carmelo Russo, ha rappresentato, nella qualitá di Presidente, il sindacato provinciale di Catania.

Lo spaccato territoriale ha evidenziato una sostanziale situazione di crisi, che attraversa l’intero Paese, il tutto aggravato da situazioni di difficoltá operative con alcune amministrazioni in particolare.

Naturalmente il notevole numero di tecnici (diplomati e laureati) in un periodo economicamente cosí difficile, acuisce la necessitá di distinguere le competenze per ogni singola categoria professionale, ed anche per determinare  modalitá operative e strutturali  all’interno degli studi professionali. Su tali questioni si sono indirizzati gli interventi dell’ing. Maurizio Weisel, consigliere nazionale di Inarsind, che ha relazionato sul contratto di incarico per le prestazioni professionali, strumento necessario per garantire ovviamente le parti interessate dal contratto, e dell’ing. Roberto Rezzola, che ha relazionato sulla formazione obbligatoria, introdotta dalla recente legislazione riguardante le professioni. Particolare attenzione é stata posta dai partecipanti sul discorso formazione, poiché non tutti i professionisti e gli organismi istituzionali sono concordi su tale tema. Fondamentalmente si rende necessario determinare parametri e requisiti ma soprattutto un equo metodo sia per valutare la formazione di partenza che quella conseguente ad eventuali corsi. Il presidente Nazionale di Inarsind ha precisato infatti che si dovrebbe parlare piú correttamente di aggiornamento e non tanto di formazione, poiché le figure professionali dei liberi professionisti sono formate  nel corso universitario, dovrebbero, al limite, aggiornarsi.

Interessanti, infine gli interventi dell’ing. Paolo Facchini, Presidente di Lombardini22 Design Thinking, dell’architetto Paola Ricciardi, cofondatrice del movimento “Ivaseipartita” e dell’architetto Massimo Pica Ciamarra che ha illustrato la propria esperienza professionale nell’arco degli ultimi 50 anni.

Da questa ultima sessione, che ha interessato la struttura degli studi tecnici, é emersa la necessitá di normare i contratti di lavoro tra liberi professionisti, come reclama il movimento “Ivaseipartita”, poiché in molti casi in Italia si assiste alla presenza di rapporti di lavoro tra professionisti che, gestiti come rapporti di collaborazione a partita iva, di fatto si configurano come rapporti dipendenti, senza averne però le caratteristiche in termini di diritti del lavoratore, e la necessitá di dare nuova forma agli studi professionali nella direzione delle societá tra professionisti, che possano garantire efficienza e la  multi disciplinarietà che il nostro lavoro oggi richiede.

Sulle societá di professionisti, che sono introdotte dalla riforma delle professioni, in sostituzione delle societá di capitali di cui in precedenza si parlava, anche durante la mattinata si era espressa l’architetto Muratorio, presidente di Inarcassa, evidenziando la carenza normativa sull’argomento dei contributi previdenziali dovuti da tali forme societarie.

 

Author

inarsind