Verso InArMed?

Dal 21 marzo di quest’anno, in attuazione del Decreto Legislativo 28/2010, la mediazione nelle liti civili è diventata obbligatoria per molte materie, dalle successioni ai contratti bancari alle locazioni, mentre è stata prorogata di un anno la perentorietà per le questioni condominiali e assicurative. Ciò significa che ogni parte coinvolta in una lite, civile o commerciale, è costretta a cercare, in via preliminare, un accordo amichevole con la controparte. L’obiettivo è alleggerire la macchina della giustizia, cercando di risolvere in via stragiudiziale le controversie. Nasce, quindi, una nuova attività professionale che coinvolge anche ingegneri e architetti; chiamati, a seguito di apposito corso di formazione, a poter svolgere il ruolo di terzo imparziale finalizzato ad assistere due o più soggetti, sia nella ricerca di un accordo per la composizione di una controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa. Per addivenire alla conciliazione la riforma prevede la costituzione di appositi Organismi, ovvero enti pubblici o privati, abilitati a svolgere il procedimento di mediazione, iscritti in un registro istituito con decreto del Ministro della Giustizia.
In conseguenza di tale innovativa riforma, il Comitato Nazionale di INARSIND presieduto dall’ing. Salvo Garofalo, nella seduta del 18 maggio u.s., ha deliberato l’istituzione di un gruppo di lavoro coordinato da Maurizio Erbicella di Catania e costituito da Pietro Berna di Firenze, Daniele Marra di Bari e Roberto Rezzola di Brescia, affinché valuti la possibilità, per InArSind Nazionale, di costituire un Organismo di mediazione unitario degli ingegneri e degli architetti italiani liberi professionisti.
Al fine del miglior esito dell’attività intrapresa, il coordinatore Maurizio Erbicella ha partecipato a Roma, il 25 maggio u.s., previo accredito ufficiale, al convegno organizzato dal Ministero della Giustizia sul tema “Mediazione: fra efficienza e competitività”. Durante i lavori, sono intervenuti il Ministro della Giustizia on. Angelino Alfano, il Direttore generale della Giustizia Civile Maria Teresa Saragnano, il Capo dell’Ufficio legislativo Augusta Iannini, il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, il Presidente dell’ANM, Luca Palamara e i rappresentanti delle categorie forensi, notariali e imprenditoriali. Sono stati altresì illustrati i primi dati sulla mediazione a due mesi dall’entrata in vigore della riforma, nonché le prospettive nel breve e medio termine.
A tutti il Ministro ha reso noti i numeri – spaventosi – dell’arretrato giudiziario italiano e palesato l’urgenza di invertire la rotta, concludendo che “l’obbligatorietà della mediazione non si tocca” e apponendo così la parola fine a ogni dubbio o perplessità.
L’appuntamento ha poi permesso di delineare una prima mappa degli oltre 350 Organismi iscritti, ad oggi, al Registro presso il Ministero di Giustizia, composti da commercialisti, notai, ma soprattutto avvocati; evidenziando, altresì, una scarsa presenza di Organismi formati dalle professioni tecniche.
Particolarmente apprezzato è stato l’intervento di Ivan Lo Bello, Presidente di Confindustria Sicilia, che nel sottolineare l’importanza dell’istituto della mediazione e la sua utilità per il “sistema Italia” ha invitato tutti i presenti ad abbandonare i meri interessi corporativi di parte in nome dell’interesse superiore del Paese, che per rilanciare la sua produttività ha bisogno di una giustizia più rapida e meno costosa.

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