Ordinanza 100 – Modificare il testo per evitare il blocco della ricostruzione

News dal territorio, InArSind Marche prende posizione sulle procedure per la ricostruzione post Sisma 2016

“Ordinanza 100 – Modificare il testo per evitare il blocco della ricostruzione”

L’Intervista al presidente di INARSIND Marche, Arch. Fernando De Santis, per il suo intervento a seguito della pubblicazione dell’Ordinanza 100 emanata dal Commissario per il Sisma del 2016.

 

L’obbiettivo era quello dello snellimento delle procedure e dell’approvazione dei progetti in tempi certi. Perfettamente condivisibile. Ma l’Ordinanza n.100 per l’accelerazione della ricostruzione privata post terremoto del 2016 nelle Marche prevede modalità di lavoro, per l’ottenimento di questi nobili scopi, che non convince assolutamente ingegneri e architetti professionisti del settore.
Il presidente De Santis esprime tutte le sue perplessità e confortato dagli esiti di un sondaggio che ha coinvolto i tecnici del territorio marchigiano conferma il “no” dei professionisti al ruolo di unici responsabili di progetti e cantieri e afferma: “Siamo pronti al ricorso al TAR”
L’associazione Inarsind Marche, che riunisce ingegneri e architetti liberi professionisti denuncia, con le parole del presidente Fernando De Santis “il rischio di un vero e proprio blocco della ricostruzione privata post terremoto”.

Presidente, perché questo blocco dell’attività?
“Faccio una rapida premessa: ci tengo a dire che tutti noi crediamo che il provvedimento appena emanato sia una necessaria e buona misura per far partire la ricostruzione e che i liberi professionisti coinvolti nella ricostruzione hanno sempre rivendicato un ruolo centrale senza alcun timore di assumersi le proprie legittime responsabilità”.

E allora, cosa c’è che vi fa arrivare al fermo dei cantieri privati?
“Il fatto è che l’ordinanza numero 100 del Commissario ha confuso la semplificazione con lo scarico delle responsabilità per la parte pubblica. Responsabilità che invece di essere condivise anche con gli uffici della ricostruzione che prima analizzavano e condividevano i progetti, ora gravano integralmente sul professionista che deve garantire su fattibilità e costi. E resta l’unico responsabile in caso di successivi contenziosi anche economici legati proprio a fattibilità e costi del progetto stesso. Tutto ciò senza nessuna preventiva concertazione con le parti sociali del mondo tecnico”.

Di fatto quali altri aspetti contestate all’Ordinanza del Commissario?
“Oltre a quanto ho già affermato, va tenuto conto che nel testo si attribuiscono nuove responsabilità al progettista non valutate originariamente, responsabilità che  modificano i rapporti contrattuali definiti da anni tra tecnici e committenti, introducendo anche un sistema iniquo di incentivazione economica sui vari scaglioni”.

Tutto da rifare allora?
“Assolutamente no: riteniamo che questo provvedimento dovrebbe essere modificato senza stravolgimenti all’impianto, che in sé appare funzionale ed efficace. Ma noi vogliamo importanti modifiche, in assenza delle quali non faremo più partire cantieri di ricostruzione privata”.

Quali sono queste modifiche?
“Innanzi tutto la procedura semplificata deve diventare facoltativa, in modo da lasciarne la valutazione dell’opportunità o meno al tecnico e al suo committente, questo a fronte di difficoltà oggettive e in ossequio alle accordi convenuti tra le parti tempo addietro. Poi gli incentivi devono essere omogenei per tutti gli scaglioni, evitando ogni disparità di trattamento, e vanno aumentati dell’1,5% come l’ordinanza prevede solo per uno degli scaglioni. Infine, vogliano che ci sia in ogni caso una concertazione anche semplificata delle modifiche con le parti sociali coinvolte. Inoltre a questa norma deve essere affiancata la revisione ,dal punto di vista della chiarezza e uniformità di interpretazione, delle norme che coinvolgono le autocertificazioni richieste”.

Su tutto questo i professionisti del settore sono d’accordo?
“Certamente, e questo essere d’accordo è espresso con forza inequivocabile dal vero e proprio plebiscito a favore di questa linea Inarsind Marche emerso dal sondaggio online che abbiamo lanciato ai circa 700 tecnici del territorio,  che hanno dato il loro via libera a questa posizione del nostro sindacato”.

Che fare ora presidente?
“Allo stato attuale, in assenza di modifiche operative, i tecnici si stanno rifiutando di far partire le pratiche, e noi come Inarsind Marche, in caso di assenza di rapide risposte a queste nostre sollecitazione, siamo pronti ad un ricorso al Tar nella sussistenza delle condizioni, a tutela dei nostri associati e di tutta la categoria e di conseguenza della ricostruzione.”

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