Un ufficio del Genio Civile in ogni nostro studio (a nostre spese)

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 182 del 20/04/2006 ha ribadito, in materia di vigilanza sulle costruzioni in zona sismica, la necessità del regime autorizzativo, a salvaguardia della pubblica e privata incolumità  e dei principi fondamentali in materia di governo del territorio e protezione civile: tale sentenza ha posto fine al sistema di controllo a campione utilizzato da diverse Regioni tra cui la Calabria la quale, con una solerzia mai dimostrata in altri campi, durante il governo Loiero, aveva varato la L.R. n° 35 del 19/10/2009 che definisce le procedure per la denuncia, il deposito e l’autorizzazione di interventi strutturali e per la pianificazione territoriale in materia di ingegneria antisismica. Questa legge prevede, tra le altre cose, l’utilizzo di sistemi informatici in rete come strumento di denuncia e trasmissione delle pratiche edilizie e di gestione del territorio.

Per la realizzazione di questi sistemi la Regione Calabria ha incaricato EUCENTRE, una fondazione di ricerca costituita dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall’Università di Pavia e dall’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. EUCENTRE ha predisposto il SI-ERC, ovvero il Sistema Informatico – Edilizia Regione Calabria, finalizzato alla denuncia e trasmissione di pratiche edilizie relative ad interventi di carattere strutturale.

Di tutto questo la stragrande maggioranza dei professionisti operanti nel settore è stata tenuta all’oscuro fino al novembre 2009, quando gli ordini professionali hanno invitato gli iscritti ad un corso sulle nuove procedure telematiche. Per quanto ne sappiamo, per le Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia sono stati tenuti due soli corsi, aperti ciascuno ad un massimo di 70 partecipanti, appartenenti agli ordini professionali degli Ingegneri, Architetti, Geometri Periti ecc. Quindi, ad oggi, solo una piccola percentuale dei tecnici operanti sul territorio (non più di 150 tecnici su oltre diecimila iscritti ai vari ordini e collegi) ha partecipato ai corsi sulla nuova procedura telematica; quanto detto è estremamente penalizzante per la categoria perché il SI-ERC non è solo una procedura di invio telematico di dati e documenti tecnici, ma è anche una procedura di controllo dei calcoli statici, che presuppone l’inserimento di dati secondo uno specifico codice che il professionista deve conoscere bene per poter operare correttamente.

La Regione Calabria, a seguito di sollecitazioni da parte delle Associazioni di Categoria coscienti della scarsissima informazione ed a fronte del fatto che gli uffici regionali preposti al controllo erano ancora palesemente impreparati, prorogava il termine di entrata in vigore della L.R. 35/09 che, dopo varie vicende che hanno attraversato anche un cambio di Governo Regionale, veniva spostato al prossimo 01/07/2011, imponendo tuttavia già dal 01/01/2011 il sistema SI-ERC per le opere strategiche e la trasmissione, con lo stesso sistema, dei soli dati anagrafici e degli elaborati per tutti gli atri progetti.

A dispetto di quanto dichiarato in un recente comunicato stampa della Regione Calabria a seguito di un incontro con gli Ordini Professionali, questo Sindacato ha avuto, già fin da subito, la chiara percezione di come l’avvio della procedura SI-ERC abbia destato tra i professionisti Ingegneri e Architetti notevoli e legittime preoccupazioni, legate sia alla validità di tale procedura come strumento di controllo che all’imponente aggravio di lavoro richiesto al professionista sul quale ricadono nuove e farraginose incombenze e responsabilità.

Tutto questo è avvenuto tenendo gli Ingegneri e gli Architetti totalmente fuori da ogni decisione sulle nuove procedure, calate dall’alto da un Ente che si è unicamente affidato ad una fondazione di ricerca che ha sede a mille chilometri di distanza, ignorando le nostre Università e le software houses locali, le cui capacità e competenze sono ampiamente riconosciute.

In verità gli Ordini professionali sono stati coinvolti, ma con ritardo e senza che essi abbiano potuto cogliere per tempo le problematiche che l’introduzione della nuova procedura potrà comportare.

L’esclusione dei professionisti da ogni fase decisionale, propositiva, valutativa e consultiva, inoltre, costituisce un fatto molto grave se si pensa che essi sono la prima interfaccia tra la Committenza e l’Ente Autorizzativo e di Controllo e sono anche coloro su cui gravano le più pesanti responsabilità civili e penali.

Le domande che gli Ingegneri ed Architetti si pongono sono fondate e legittime. La procedura SI-ERC funziona? Essa è realmente in grado di validare con ragionevole margine di attendibilità i progetti strutturali in zona sismica? E inoltre, essa è sufficientemente snella, agevole, rapida e versatile da non costituire un impedimento, complicazione o maggiore ed ingiustificato onere aggiuntivo per i progettisti?

Il SI-ERC impone al progettista strutturale una serie di incombenze amministrative che lo obbligano alla compilazione telematica di una molteplicità di tabelle di dati riguardanti il Committente, l’Impresa Esecutrice, il Direttore dei Lavori, il Collaudatore, il Geologo, collazionandone dati anagrafici, fiscali, dichiarazioni e attestazioni: tutte incombenze, queste, che prima erano a carico del Committente e dell’Impresa esecutrice ed alle quali il Progettista eventualmente attendeva o contribuiva per propria scelta e senza averne di fatto alcuna responsabilità o obbligo.

Il SI-ERC ha di fatto trasformato i nostri studi in sezioni staccate del Genio Civile: siamo stati trasformati in burocrati con il compito non remunerato di formare il data base degli edifici e delle strutture e di fare da front-office della Regione; e tutto questo, si badi bene, senza avere almeno lo sgravio dell’eliminazione del peso del cartaceo (oltre al deposito telematico dei calcoli e dei documenti tecnici si deve sempre effettuare anche il deposito cartaceo in triplice copia di tutto quello che si è inviato per via telematica) e senza che ci sia una chiara e concreta speranza di arrivare ad una riduzione dei tempi di risposta degli uffici regionali e ad uno snellimento delle procedure che sono diventate invece più farraginose e complesse.

Sotto il profilo dello snellimento e velocizzazione delle procedure, pertanto, il SI-ERC, nonostante l’uso delle procedure informatiche, non sembra essere un reale passo in avanti; esso, inoltre, comporterà ulteriori e rilevanti aggravi economici di tipo diretto (costituiti dalle tariffe regionali previste a copertura dei costi di gestione della nuova procedura) e certamente anche di tipo indiretto (derivanti dai costi delle prestazioni professionali aggiuntive imposte dalla procedura che qualcuno dovrà pur pagare); un aumento dei costi, in un periodo di grave congiuntura economica come quello che stiamo attraversando, non è certamente un fatto auspicabile.

E tutto ciò nulla cambia in relazione alla qualità dei progetti, ma ha solo l’effetto di poter disporre, d’ora in avanti, di un data base elettronico dei progetti e dei dati anagrafici dei soggetti che a vario titolo partecipano alla progettazione ed all’esecuzione delle strutture, utilizzando il lavoro e le risorse dei Progettisti.

Veniamo però alla funzione più importante che dovrebbe avere il SI-ERC, ovvero quella di controllo sull’operato dei professionisti al fine di perseguire una maggiore sicurezza delle strutture soprattutto in caso di sisma. Nessuno di noi intende in nessun modo sottrarsi a controlli e verifiche in un campo così importante per la pubblica incolumità; tutti noi ingegneri ed architetti riteniamo, infatti, che la sicurezza strutturale preventiva ai fini antisismici sia un obiettivo prioritario condiviso e da perseguire con forza con tutti i mezzi, ma il SI-ERC, sia pure con un aggravio di impegno per i progettisti, è veramente uno strumento valido a tale fine? Noi riteniamo di no: infatti autorevoli fonti hanno evidenziato come il sistema abbia ancora dei consistenti punti deboli che possono renderlo inefficace a valutare, con rigore scientifico ed adeguata affidabilità, la validità di un calcolo strutturale. Questo per una serie di motivi che sono difficili da illustrare in questa sede con poche parole ed in maniera comprensibile ai più; diremo soltanto che la Nuova Norma Tecnica per le Costruzioni (D.M.LL.PP. 14/01/2008) è fondamentalmente basata su “regole tecniche”, più che su formulazioni teoriche, “regole” da rispettare per ottenere dalle strutture prestazioni soddisfacenti in fase sismica. La procedura SI-ERC non è in grado di verificare il rispetto della maggior parte di tali “regole”. Inoltre, da quel poco che ci è stato concesso di apprendere su come opera la parte del SI-ERC che effettua le verifiche dei calcoli (va qui detto che La Regione ed EUCENTRE non hanno ritenuto di spiegare come la procedura effettua i controlli né tanto meno di fornirla ai professionisti affinché questi possano effettuare delle verifiche preventive prima di presentare i calcoli agli uffici regionali), sembra che questa faccia una sorta di “verifica semplificata” della struttura, sulla base di “dati rappresentativi” della struttura stessa: cioè il progettista calcolatore, dopo aver effettuato il progetto ed i calcoli modellando la struttura con il proprio software, deve “simulare” di nuovo la struttura nel SI-ERC, secondo uno specifico codice proprio di questa procedura, operando, di fatto, un nuovo input di calcolo ancorché semplificato (ma neanche tanto nei casi delle strutture più piccole e meno complesse).

Pertanto, prima dell’inserimento dei dati nel SI-ERC, sembra esista una fase “soggettiva” che necessita di un’”interpretazione” di come modellare in maniera “semplificata” la struttura nel SI-ERC stesso; tale fase darà inevitabilmente luogo a incertezze, aleatorietà ed ulteriori semplificazioni di cui non potremo controllare e prevedere gli effetti perché non informati degli algoritmi adottati nel SI-ERC: si potrebbe pertanto verificare che un calcolo corretto venga invalidato o, peggio, che un calcolo non corretto venga validato. Questo soprattutto nei casi in cui la struttura si scosta apprezzabilmente da un’impostazione improntata alla semplicità alla regolarità ed alla simmetria, che sono i casi più pericolosi in caso di sisma.

In aggiunta a quanto detto, autorevoli strutturisti produttori di software per calcolo strutturale, hanno segnalato che la procedura non è assolutamente in grado di cogliere errori di calcolo derivanti dall’analisi della sollecitazione e, se tale contestazione fosse fondata, l’affidabilità del SI-ERC come strumento di controllo dei calcoli sarebbe fortemente compromessa.

Ci chiediamo infine se qualcuno abbia mai validato questa nuova procedura prima di metterla in esercizio o forse la Regione ha pensato di testarla in corso d’opera sulla pelle dei progettisti?

Si potrebbe ancora continuare, ma riteniamo già sufficientemente allarmante quanto già esposto osservando che con il SI-ERC invece di ottenere i grandi vantaggi che le procedure informatiche possono fornire, si è riusciti a creare difficoltà, confusione e ritardi.

(Adriano Butera)

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