DECRETO CURA ITALIA: LA CONTROTERAPIA DI INARSIND

 

Se il conto dettagliato gli economisti lo potranno stilare solo nei prossimi mesi, quando sarà nota l’uscita dal tunnel Covid 19, ora l’approccio diagnostico deve essere di lunga gittata e non cambia: “Investire in iniziative produttive”, basta pensare a quanto intrapreso dalle altre nazioni europee (Germania e Francia).

Oggi il sistema paese sta rallentando bruscamente per non dire che lo possiamo classificare come fermo e pertanto l’energia per riavviare il moto dovrà essere straordinaria ma soprattutto ben canalizzata affinché la motricità si trasmetta a terra.

Il lavoro dei liberi professionisti, dei loro dipendenti e collaboratori è determinante in questa fase e qui chiediamo venga riconosciuta la capacità progettuale dei liberi professionisti da sempre abituati a trasformare le idee in concrete iniziative.

Le ripercussioni che nelle prime settimane sono più dettate dalla sorpresa e dall’incognita di questa emergenza sanitaria lasceranno poi posto alla cruda realtà dei numeri e il già asfittico mercato del lavoro libero professionale dovrà fare i conti con le problematiche della liquidità di cassa.

Certamente il Decreto ha affrontato, come giusto che sia, le immediate emergenze e ha disposto delle provvidenze per gli ambiti dei quali tutti noi abbiamo l’indispensabile necessità e sicuramente anche su questi fronti il provvedimento è perfettibile ma non siamo preoccupati della capacità degli Organi dello Stato di correggere il tiro in fase di conversione. L’esigenza oggi è quella di studiare le procedure per riavviare il sistema paese: è su questo punto fondamentale che chiediamo anzi pretendiamo, in virtù dei sacrifici che ci vengono chiesti, di avere delle anticipazioni programmatiche.

Nel buio percorso di questo tunnel come professionisti, peraltro privi dei paracadute costituiti dagli ammortizzatori sociali, ci troveremo a gestire le problematiche di liquidità nei riguardi dei nostri dipendenti, dei nostri collaboratori e in ultimo di noi stessi e delle nostre famiglie.

Chiediamo di non avere anche l’ansia degli adempimenti fiscali ma chiediamo di considerare il 2020 come l’anno zero delle nostre attività, quel momento ricco di adrenalina nel quale il libero professionista prende slancio affrontando le incognite del mercato con gli strumenti di cui si è dotato Competenze e Intraprendenza in una parola la Professionalità.

 

La terapia

I focus fondamentali che i professionisti dovranno perseguire nel 2020:

  1. Sostenere in tutti i contesti il riavvio del sistema paese con la messa a disposizione sui capitoli di investimento di adeguate risorse per le infrastrutture, per l’incentivazione degli investimenti in tutto il comparto produttivo strategico e innovativo, per la formazione e infine, ma non in ultimo, per il patrimonio immobiliare

  2. Cercare di mantenere lo stesso livello di fatturato, pur accettando di dover sostenere maggiori costi rispetto a quelli che fanno nella normalità ordinaria ma con la garanzia della certezza dei pagamenti e la copertura finanziaria del sistema bancario;

  3. Non tutti i liberi professionisti riusciranno a raggiungere il primo focus e dunque avranno un calo di fatturato che dovrà essere compensato da un calo delle spese e da un sistema di sostegno del reddito;

  4. I professionisti dovranno provvedere, anche nel 2020, alla obbligatoria previdenza, e quest’onere dovrà essere oggetto di provvedimenti di sostegno al pari delle altre categorie di lavoratori;

Di seguito si espone una articolata proposta, per cercare di raggiungere i focus pur nella consapevolezza che il Piano straordinario di investimenti è premessa indispensabile.

In relazione ai vari punti sopra esposti, si ritiene così di provvedere a una drastica riduzione della pressione fiscale in via straordinaria per il triennio 2020-2021-2022:

  1. Agevolazioni decrescenti per chi si trova nel regime ordinario da attuarsi con l’innalzamento del limite del regime forfetario dal limite in modo da far rientrare, già in corso d’anno 2020, un maggior numero di professionisti (le eventuali fatture già emesse con IVA saranno considerate valide e l’IVA da versarsi per questa verrà considerata in decurtazione a quanto si dovrà versare per i redditi nel 2021) e contestuale riduzione del 25% del coefficiente di redditività (58%) e applicazione di un’aliquota al 15%;

  2. Agevolazioni per chi si trova già nel regime forfettario entro i 65.000€, riduzione del 50% del coefficiente di redditività (39%) con l’applicazione di un’aliquota al 15%;

  3. Ulteriore incentivo per il regime forfettario con aliquota agevolata al 5%, solo per l’anno in corso 2020, con applicazione di un’aliquota pari allo 0% in modo da sostenere l’intraprendenza delle nuove attività professionali;

  4. Possibilità di accesso al regime forfettario anche da parte dei professionisti organizzati in studi associati applicando il limite previsto per ogni componente dello studio associato;

  5. Possibilità di accedere al regime forfettario anche per chi ha più di una partita IVA nel limite personale prescelto.

  6. Bonus di deducibilità delle spese previdenziali dal 100% al 200% sostenute nell’anno 2020

  7. Estensione a tutti i liberi professionisti, iscritti agli Enti Previdenziali Privati dell’indennità mensile di cui art 27 DL 18 del 17/3/2020 consentendo alle Casse di previdenza privata di finanziare le erogazioni.

  8. Specifiche agevolazioni per promuovere lo smart working, per dotazioni informatiche e formazione.

Come precisato riteniamo che queste siano delle idee, certamente perfettibili, che cercano di dare una concreta risposta ai tanti professionisti che si trovano a vivere nel paese le medesime situazioni di incertezza.

Sui fronti fiscale e previdenziale ci attendiamo infine l’applicazione di meccanismi di agevolazione e solidarietà al pari di quelli che riguardano le altre categorie di lavoratori.

Abbiamo infine l’impellente necessità di sapere se il Governo ha la consapevolezza che le misure adottate con il DL n 18 del 17/03/2020 rispondono solo in parte alle necessità ed alle conseguenti aspettative dei Liberi professionisti.

Il nostro senso di responsabilità ci impone di richiedere una risposta in tal senso che, se fosse positiva, aprirebbe alla possibilità di indicare una serie di ulteriori provvedimenti che riteniamo indispensabili; in alternativa non potremmo esimerci dalle critiche verso un provvedimento che ci discrimina rispetto ad ogni altro “operatore economico”, definizione che torna buona se attribuita ai liberi professionisti ogni qualvolta  sono da appesantire di oneri, obblighi e procedure per essere puntualmente disconosciuta quando si tratta di essere individuati come soggetti che forniscono servizi essenziali alla collettività e contribuiscono al PIL della nazione.

Roma, 20 marzo 2020

 

 

20200320 CURA ITALIA

Comunicazione al Presidente Conte

 

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inarsind