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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Elezioni Ordine 2017

Siamo nel vivo della campagna elettorale per l’elezione del Consiglio degli Architetti P.P.C. di Reggio Calabria, finalmente si conoscono le candidature e gli schieramenti!

Vado a leggere i programmi elettorali che propongono i candidati ed allora mi sorge un dubbio: ma allora l’Ordine serve a qualcosa!

Ma se si può attuare tutto ciò perché si è dovuto attendere 39 anni dalla sua costituzione per proporre azioni di sicura valenza? E’ bene ricordare che l‘Ordine degli Architetti della Provincia Reggio Calabria fu costituito nel Marzo del 1978 come derivazione di quello che allora si chiamava Albo misto Regionale: tutto ciò fa sorgere il dubbio che sia una istituzione “lontana” dagli iscritti.

Spesso con colleghi manifestiamo dubbi sulla necessità o meno dell’esistenza del regime ordinistico; oggi leggendo i programmi sembrerebbe che un buon governo dell’ordine sia la panacea di tutti i mali di questa bistrattata categoria professionale.

Mi propongo quindi di leggere ciò che prevede la Legge 24 giugno 1923, n. 1395 – Disposizioni per la tutela del titolo e dell’esercizio professionale degli ingegneri e degli architetti – ed in particolare:

“l’Art. 5 riporta:

Gli iscritti nell’albo eleggono il proprio consiglio dell’ordine, che esercita le seguenti attribuzioni:

     1) procede alla formazione e all’annuale revisione e pubblicazione dell’albo, dandone comunicazione all’autorità giudiziaria e alle pubbliche amministrazioni;

     2) stabilisce il contributo annuo dovuto dagli iscritti per sopperire alle spese di funzionamento dell’ordine; amministra i proventi e provvede alle spese, compilando il bilancio preventivo e il conto consuntivo annuale;

     3) dà, a richiesta, parere sulle controversie professionali e sulla liquidazione di onorari e spese;

     4) vigila alla tutela dell’esercizio professionale, e alla conservazione del decoro dell’ordine, reprimendo gli abusi e le mancanze di cui gli iscritti si rendessero colpevoli nell’esercizio della professione con le sanzioni e nelle forme di cui agli articoli 26, 27, 28 e 30 della legge 28 giugno 1874, n. 1938, in quanto siano applicabili.”

Si è vero, è una legge anacronistica poiché la professione e la società si sono evolute e quindi mi domando perché i candidati stiano proponendo idee fantasmagoriche e non considerano invece che la dignità, la conoscenza e la rappresentatività si costruiscono attraverso un percorso di crescita collettivo e non tramite proposte a “spot”.

Credo che gli iscritti oggi chiedano di avere voce nelle scelte politiche che li riguardano, chiedano di essere rappresentati nelle istituzioni, chiedano trasparenza nell’ordine e nelle pubbliche amministrazioni, chiedano equità ma, di contro, devono dare forza alle loro scelte, devono dare identità ai rappresentanti dell’Ordine, devono partecipare alla vita dell’Ordine perché il suo funzionamento determina la nostra vita professionale.

Invito dunque i colleghi a votare con coscienza e non per “consigli” o per “pizzini” ricevuti: abbiamo l’obbligo di votare le persone in cui crediamo e di cui apprezziamo la cultura e l’indiscusso valore morale, poiché esse determineranno la nostra presenza nell’ordine e ci rappresenteranno per i prossimi quattro anni!

Auguro a tutti i candidati di ottenere i migliori risultati possibili e mi auguro che gli eletti siano i migliori che ci meritiamo.

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