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Manifestazione di sabato 13 maggio a Roma

Si è svolta sabato scorso, 13 maggio, la manifestazione di protesta dei liberi professionisti. Al di la’ dei numeri e delle paternità ci preme evidenziare, come facciamo da tempo, le rivendicazioni. I liberi professionisti pagano a caro prezzo le novità introdotte dai governi passati a partire da Bersani.

Nel 2006, l’allora governo Bersani intraprese la strada delle liberalizzazioni che, se sulla carta sembrava dovessero portare a qualcosa di positivo nel mondo del lavoro, all’atto pratico hanno condannato la categoria dei liberi professionisti tecnici ad un continuo calo dei propri onorari con conseguente decadimento della qualità del progetto.

Successivamente sono state tantissime le scelte dei governi che si sono susseguiti e che hanno penalizzato enormemente la categoria, vessata da troppi orpelli ed alla disperata ricerca di lavoro, ultima in ordine di tempo quella dello split payment.

Per quanto scritto, la motivazione del corteo dello scorso sabato si può sintetizzare con una sola parola: MALCONTENTO. E’ successo quello che mai si sarebbe pensato succedesse: professionisti di tutte le categorie, hanno marciato insieme, gli uni accanto agli altri, per difendere, non già gli interessi economici della professione, ma la dignità, che è collegata al lavoro, come sancisce la stessa Carta Costituzionale.

Sì, perché i professionisti vogliono recuperare la loro DIGNITA’.

Si lamenta innanzitutto un drastico calo del lavoro, ma anche la mancanza di politiche atte a garantire i diritti dei cittadini, uno su tutti, quello sancito dall’art. 36 della nostra Costituzione che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.” L’eliminazione delle tariffe minime, ha prodotto un significativo calo dei compensi, e della dignità, poiché i professionisti, pur di accaparrarsi parte del poco lavoro sul mercato, sono stati costretti ad applicare ribassi notevoli rispetto al passato.

La mancanza delle tariffe, ha creato anche un altro tipo di problema, i più giovani non hanno avuto più punti di riferimento e sono diventati preda di un mercato selvaggio, che mercifica ogni cosa, finanche l’opera intellettuale.

E’ raro vedere i professionisti manifestare in piazza, per questo motivo la loro marcia trasmette un senso di disperazione, ma non di rassegnazione, in un momento in cui i redditi medi dei professionisti tecnici sono al limite della soglia di povertà.

Inarsind, impegnata sul fronte della rappresentanza dei liberi professionisti ingegneri ed architetti, è sempre intervenuta in difesa dei principi che regolano la libera professione: contro gli affidamenti gratuiti, per la rivendicazione di compensi adeguati per le CTU dopo la modifica di legge dello scorso agosto, prendendo posizione nei confronti di una formazione che, se deve esserci, sia almeno di qualità.

Anche per questi motivi INARSIND ha ritenuto di aderire alla manifestazione del 13 maggio, con l’obiettivo di farsi ancora una volta portavoce delle esigenze della categoria, continuando così in quel lavoro che svolge da anni a tutela dei diritti dei liberi professionisti, che, oggi, con maggiore consapevolezza, potranno comprendere il ruolo del Sindacato che li rappresenta.

 

Natalia Guidi      Daniele Marra

Consiglieri Nazionali  Inarsind

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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