LA PREVENZIONE SISMICA IN MANI SICURE

Torno a pubblicare un articolo di qualche mese e la documentazione di un convegno  sulla prevenzione sismica. E si la prevenzione!.. poiché tra i tanti mali che affliggono i nostri territori si parla di tutto, di abusi edilizi, di condoni, di costruzioni fatte male, di mala politica, di mancanza di manutenzione, si danno colpe ai tecnici ai politici e persino ai proprietari degli immobili crollati. Si invocano strumenti “magici e risolutori” quali la certificazione sismica e  il libretto dell’edificio o piani di indagini teorizzati da eminenti laboratori universitari., ma ovviamente il tutto finalizzato esclusivamente a garantire la vendita di immobili e tutelare il capitale di chi acquista o vende. A nessuno pare venga in mente di preoccuparsi delle persone che abitano gli edifici, come se al di fuori del tema delle vendite e del valore degli immobili questi ultimi nella quotidianità possono tranquillamente cadere e provocare vittime poiché manca un “interesse reale”.

La prevenzione dei nostri territori di contro è un “pensiero” ed una azione “complessa” che passa da una consapevolezza culturale prima ancora di una progettualità.

 

Nei mesi trascorsi tra l’evento organizzato sulla necessità di prevenzione nei nostri territorio si è passati dall’entusiasmo dettato dalla  paura delle immagini di amatrice alla quasi indifferenza di quanti ci hanno accusato di usare questi argomenti per cercare lavoro a ancora di più per care una vetri elettorale.

 

Ora più che mai , come sempre o di più di sempre torno a riproporre la continuazione di questo dibattito iniziato in quel convegno di Venerdì 3 Marzo 2017 all’auditorium Diocesano S.Paolo Apostolo – viale Madrid Frosinone – dal tema “La Prevenzione dal rischio del sisma” e della attivazione del progetto dei “laboratori Urbani” nelle piazze delle nostre città come esperienza diretta sul territorio delle problematiche della prevenzione e per poter finalmente parlare del tema non solo ai tecnici ma alla cittadinanza tutta, agli amministratori e sopratutto ai bambini delle scuole affinché ne facciamo, insieme agli adulti, patrimonio di riflessione e crescita.

 

 

LA PREVENZIONE sismica

in mani sicure

 

Premessa

 

Il “patrimonio edilizio” del nostro paese conta oltre 30 milioni di abitazioni che per il 73% sono di proprietà privata (e valgono insieme ai risparmi di cassa depositi e prestiti 11 volte in nostro debito pubblico). Se si escludono gli immobili costruiti precedentemente al 1945 (8,5 mil.) che compongono in gran parte i centri storici e le parti consolidate delle città storiche, ed escludendo circa 4 milioni di abitazioni realizzate successivamente al 1991 (data di introduzione dell’obbligo di deposito per le autorizzazioni sismiche) il patrimonio edilizio risulta composto da circa 17,5 milioni di abitazioni da considerarsi “fragili.” A questo va aggiunto un patrimonio di edifici pubblici e strategici, tra cui scuole e gli ospedali quasi equivalente. Il dramma creato dagli ultimi terremoti che hanno colpito il nostro paese non fa altro che puntare i riflettori su tema degli “immobili fragili”. A questo dato va aggiunto che il 17% del patrimonio edilizio su base nazionale è frutto di realizzazioni abusive successivamente regolarizzate. I terremoti che hanno colpito il centro Italia negli ultimi anni (Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche) in queste condizioni avrebbero procurato le stesse tipologie di danni dovunque, anche nelle nostre città apparentemente sicure.

 

Partendo da questi dati il convegno vuole prima di tutto avviare un dibattito su un territorio sempre troppo distratto sui problemi della sicurezza degli immobili, del territorio e delle persone. Gli interlocutori quindi saranno gli amministratori, le imprese, i professionisti, istituti di credito e sopratutto i cittadini, ed in particolare le nuove generazioni che rappresentano il testimone a cui delegare la conservazione del nostro futuro.

 

Ognuno di questi soggetti ha necessità di aumentare la consapevolezza per vari motivi: gli amministratori che devono comprendere la necessita della tutela e della semplificazione del governo della città; le imprese come operatori che devono valorizzare il valore aggiunto delle loro attività nelle trasformazioni del territorio; i professionisti per tornare ad essere un bisogno sociale ed il punto di riferimento della società nelle politiche di interesse generale di tutela del paesaggio e della sicurezza; gli istituti di credito che a fronte alla creazione di un circuito virtuoso possano tornare a rappresentare il necessario input alla ripartenza della economia del nostro territorio; ed infine i cittadini, che non sanno o fanno finta di non sapere, ma che rappresentano il vero motore del cambiamento, acquisendo la coscienza di quanto rischio corrono i figli e assumendo la responsabilità di passare alle generazioni future un mondo migliore.

 

 

 

 

 

 

I temi della giornata

 

A Modelli e tecnologie per le indagini degli edifici.

I danni causati dal terremoto dipendono sì dall’intensità delle scosse ma dipendono anche dalla vulnerabilità del patrimonio edilizio e dalla educazione della popolazione ad affrontare il fenomeno. Il terremoto non si può eliminare ma se ne possono mitigare gli effetti attraverso la diffusione di una cultura antisismica e il controllo delle costruzioni e la messa in atto di semplici interventi, almeno in occasione di lavori di manutenzione o modifica. Le azioni da intraprendere sono sicuramente verifiche della sicurezza statica e sismica interventi, anche semplici, per il miglioramento del livello di sicurezza, un attento controllo anche degli interventi non strutturali, affidandosi a professionisti preparati ed evitando ovviamente offerte di prestazioni a tariffe “indecenti” che non garantiscono ne committente ne sicurezza.

 

B Semplificazione Amministrativa.

La politica di questo difficile momento esige provvedimenti rivolti a semplificare e rafforzare il rapporto tra i Professionisti, Imprese e la Pubblica Amministrazione.

L’emergenza determinata dalla necessità di perseguire politiche di prevenzione e messa in sicurezza del patrimonio abitativo e della incolumità dei cittadini rendono irrinunciabile ed improcrastinabile il potenziamento di attività di snellimento e trasparenza delle procedure autorizzative.

I cittadini e le imprese, ridotte ai minimi storici come capacità di spesa non possono subire ulteriori appesantimenti o trovare ostacoli ingiustificati nella inefficienza di procedure farraginose e spesso obsolete.

Attraverso percorsi di sussidiarietà e con l’introduzione, nelle procedure tecnico-amministrative, delle tecnologie dell’informazione possono essere raggiunti livelli altissimi di efficacia ed efficienza, sia per i Professionisti sia per la Pubblica Amministrazione. Tali misure non sono slegate da un contesto più generale, ne debbono sembrare generici proclami di intenti, rappresentano, infatti, azioni concrete, volte a collaborare in un più ampio disegno di incentivi e supporti per la professione e per gli utenti. L’intervento di prevenzione sui territori o un auspicabile piano di rigenerazione del patrimonio edilizio diffuso, passa necessariamente anche attraverso procedure amministrative snelle ed efficaci, sia per il professionista sia per la P.A., sia per il cittadino che per le imprese. L’adozione finalmente di modelli unici per l’edilizia ed l’introduzione di procedure “abilitative” certificate dai professionisti possono rappresentare il volano per una nuova stagione di interventi. Ovviamente l’efficacia di quanto sopra non può prescindere dall’utilizzo di “piattaforme” informatiche dove tutti gli attori della trasformazione del territorio possano accedere ( con ruoli ovviamente diversi) e svolgere le loro funzioni in un ambiente unico e certificato. L’utilizzo di un ambiente che permetta il riconoscimento e la certificazione degli utenti e che offra “percorsi  facilitati” nella definizione e nel controllo delle istanze è assolutamente necessario per favorire le politiche di trasparenza e di efficienza.

 

 

C Geologia e Microzonazione.

La Microzonazione sismica è un termine complesso ma che dovrebbe diventare famigliare a chi vive in un Paese come il nostro, in cui ogni 6-7 anni è lecito attendersi un terremoto distruttivo come è accaduto negli ultimi mesi.

Durante uno studio di microzonazione si analizzano aree di pochi ettari, talvolta perfino qualche isolato per stabilirne la vulnerabilità poiché su terreni diversi, o su terreni instabili le onde sismiche vengono trasmesse in maniera diversa anche a distanza di solo pochi metri. È questa la causa del fenomeno visto nei recenti terremoti dove due edifici praticamente simili ed attigui subiscono danni assolutamente diversi dalla stessa onda di terremoto. A pochi metri di distanza il terreno reagisce diversamente al passaggio dell’onda sismica e case e palazzi escono indenni dallo scuotimento mentre altre sono praticamente distrutte.

 

D Certificazione Sismica.

La “classificazione sismica degli edifici” è rappresentata da un complesso di attività, tutte di carattere tecnico altamente qualificate e delicate, finalizzate a favorire una maggiore consapevolezza del rischio sismico nei cittadini. Una prima fase è sicuramente tutta “documentale”, ovvero di acquisizione di ogni informazione o documento esistente sulla storia dell’edificio. A questa indagine documentale deve poi  (quasi sempre) fare seguito quella che definiremmo ”fase sperimentale” ovvero  la ricostruzione di un modello sismico e la sua verifica di compatibilità con le norme e le tecniche costruttive. Solamente alla fine delle due fasi si potrà pianificare gli eventuali interventi sugli edifici. Tutto ciò porterà ad acquisire una “mappatura sismica” dettagliata del patrimonio edilizio esistente, ad individuare le criticità del costruito esistente in ottica antisismica, a definire strumenti di programmazione degli interventi, sia a livello di singolo edificio che territoriale, sempre più appropriati ed economicamente convenienti, a costituire un modello di costi di indagine, costi di messa in sicurezza e le relative possibilità di  incentivi fiscali o finanziamenti.

In questa fase non va dimenticato il ruolo della “certificazione” in riferimento alla necessità sempre crescente delle polizze assicurative (per gli immobili e per gli operatori) e per la determinazione dei reali valori degli immobili finalmente parametrati anche in base alla lori sicurezza.

E La cultura della Prevenzione.

A quante altre tragedie dovremo assistere prima che qualcuno decida di agire veramente!

Di fronte al dramma ci si stringe in cordoglio e non si fanno speculazioni, ma c’è l’amarezza di fiumi di parole dette e mai ascoltate, ad una classe politica divenuta sorda ai moniti, tutta ripiegata sulle oscillazioni del PIL e su improbabili spending review.

La maggior parte delle nostre città storiche sono nella stessa condizione di quei paesi colpiti stanotte dal sisma. Sono territori in parte provati dalle devastazioni belliche che non sono riusciti a riconquistare una propria identità e soprattutto una “solidità” dopo che la ricostruzione impetuosa ne ha strappato parti fondamentali. Le norme sulla tutela, hanno rappresentato un baluardo importante per la difesa dei nostri territori, ma infine la loro vetustà, insieme alla incapacità di una riforma che potesse guidare i processi, espansivi, che nel nostro paese avevano assunto nuove logiche, hanno finito per arrendersi all’iniziativa privata, sconsiderata con il fenomeno dell’abusivismo, e aggressiva negli interventi promossi dal “capitale”.

E così che accanto alle cattedrali ed alle case storiche sono nati palazzi, ville, baracche, depositi, una edilizia sparsa e scomposta, che quasi mai la legislazione e le regole dell’urbanistica sono riuscite a guidare, o quando l’ha fatto è stato con la impossibilità di controllarne la sicurezza, la qualità, la capacità di creare paesaggio.

Soprattutto però, nell’ottica dell’aumento dei profitti, ha prevalso la logica della dismissione del “vecchio” per inseguire a tutti i costi il nuovo creando una situazione di “pericoloso abbandono” di intere parti del nostro territorio, dei nostri centri storici delle nostre città storiche. Questo abbandono ha generato una condizione di “vulnerabilità” diffusa sull’intero territorio nazionale!!!

Ed ora di fronte all’ennesimo dramma noi che di queste cose ne parliamo da sempre e che spesso siamo stati additati a cassandre motivate da interessi, ora siamo noi a chiedere ai nostri rappresentanti, a chi governa il paese a tutti i livelli:

Quando inizierete ad ascoltarci, a comprendere che proposte come il “fascicolo fabbricato”, la “microzonazione sismica” o le politiche di “riuso” non sono un business per i professionisti ma una tutela per il paese e per i cittadini?

Quando restituirete gli oneri concessori alla manutenzione del territorio piuttosto che usarli come spesa corrente nei bilanci comunali e come bancomat per la politica di turno?

Quando approverete finalmente una normativa sulle costruzioni libera dagli interessi delle lobby per cui si potranno progettare e realizzare case sicure usando tecnologica e un uso innovativo dei materiali e non solo il cemento armato?

Quando la smetterete di far passare alle persone il messaggio che i “PROFESSIONISTI” nella cura, la trasformazioni e la manutenzione del territorio sono solo un “orpello” e non una “condizione irrinunciabile”, un bisogno sociale?

Quando inserirete “un piano nazionale per la sicurezza del patrimonio edilizio e dei territori di questo paese come priorità dell’agenda politica?

Quando deciderete di svolgere il ruolo che uno stato vero deve assumere ovvero di guidare un processo di rinnovamento del paese investendo risorse “VERE” e non fantomatiche detrazioni, da spalmare in 10 anni e che i cittadini che non hanno reddito non possono utilizzare?

Quando tornerete a considerare che il patrimonio delle nostre città è anche il patrimonio del nostro paese anche se nel rapporto del 3% di Maastricht e nel “fiscal compact” tutto questo non ha nessun valore?

 

 

 

i Laboratori Urbani

 

 

 

Per poter affermare l’Architettura e l’Architetto come “bisogno sociale” i professionisti hanno il dovere morale e politico di rappresentarsi e rappresentare il loro lavoro nei modi e nelle forme imposte dalle dinamiche accelerate dei processi di trasformazione sociale ed economica.

Il progetto dei “Laboratori Urbani” viene promosso dagli architetti della provincia di Frosinone come una azione divulgativa nei confronti dei cittadini e delle amministrazioni e volta a coinvolgere tutta la cittadinanza attiva in un processo di “ accrescimento” della consapevolezza e della conoscenza sullo stato di sicurezza delle nostre case e delle nostre città.

Attraverso i laboratori urbani si organizzeranno giornate nei comuni della provincia nella quali, insieme alla pubblica amministrazione ed ai cittadini, si procederà all’analisi e schedatura di un edificio, preventivamente scelto, innescando attraverso informazione locale, web, stampa e presenza il loco (gazebo, totem ed operatori) un processo di informazione su tutti gli aspetti legati alla messa in sicurezza degli edifici. Questa informazione dovrà rispondere ai quesiti “quotidiani del cittadino. Bisognerà spiegare il perché è necessaria la prevenzione in materia di sicurezza degli edifici, perché occorre un piano di indagini, a cosa serve un professionista qualificato, quanto costano le operazioni di indagine e sopratutto di messa in sicurezza, quanto il cittadino può ricevere dall’istituto bancario , quanto dalla defiscalizzazione quanto dalla corretta progettazione e realizzazione dei lavori. Dobbiamo spiegare alle persone che investire sulla sicurezza delle loro case e città vuole dire mettere in sicurezza il futuro delle generazioni future e dei loro figli.

I laboratori urbani vedranno la presenza di professionisti del settore che offriranno per quella giornata i loro servizi a scopo divulgativo e informativo, mostreranno con le attività reali che il mondo della prevenzione ha necessità di un cambio di passo culturale ma sopratutto di innovazione nella gestione di procedure e nell’utilizzo di tecnologie e materiali e competenza nella realizzazione delle varie fasi operative.

Il mondo della professione è in continua trasformazione, cresce aggiungendo saperi nuovi a quelli antichi chiedendo a tutti di esprimere le migliori capacità professionali in modi che spesso la società stessa ha difficoltà ad individuare con velocità e certezza.

ARCH. MATTEO CAPUANI (PRESIDENTE INARSIND FROSINONE)

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