D.L. Semplificazioni, intervento di Confprofessioni: innanzitutto, rimuovere gli ostacoli burocratici e superare la logica della transitorietà

Il 27 luglio scorso il Presidente Confprofessioni Gaetano Stella è intervenuto in audizione al Senato giudicando positivamente alcune norme del provvedimento, ma ribadendo che << occorre abbattere la burocrazia e superare la logica della transitorietà >>.

Numerosi sono stati i punti focalizzati dal Presidente Stella: dalla standardizzazione dei documenti di garavincolante per le pubbliche amministrazioni per agevolare la partecipazione degli operatori economici alle procedure ai contratti di fornitura di servizi di ingegneria e architettura, che devono prevedere il principio dell’equo compenso negli appalti pubblici. Ma non solo. Secondo il presidente di Confprofessioni “occorre affermare un principio generale che impedisca ai professionisti appartenenti alla pubblica amministrazione di svolgere mansioni che devono essere affidate alle libere professioni, dalla progettazione alla direzione dei lavori, al collaudo”.

Tra i focus del Presidente Sella anche quello sulla Edilizia. “Il pacchetto di semplificazioni e riduzione degli oneri fiscali e burocratici in tema di edilizia, specie se letto unitamente alla misura dell’ecobonus introdotto dal decreto “rilancio”, può rappresentare un utile sostegno al settore delle costruzioni. Tuttavia, queste norme non introducono modelli aggiornati di programmazione urbanistica, come sarebbe a nostro avviso necessario. Tanto gli ecobonus quanto le semplificazioni qui introdotte sono infatti destinati ai privati per la realizzazione di opere che, al più, si estendono ai beni condominiali. Si tratta di un’occasione mancata per uno sviluppo urbano coordinato, che contemperi gli interessi dei privati con le esigenze del contesto urbano. Esiste lo spazio per un modello di incentivi fiscali e valorizzazione della proprietà privata incentrato su piani attuativi convenzionati, riferibili ad aree più estese del mero condominio, promossi dai privati interessati ma concordati con il Comune in funzione di ampliamento degli spazi e dei servizi destinati alla generalità dei consociati. Il piano attuativo convenzionato rappresenterebbe dunque uno strumento utile tanto per la riqualificazione dei centri storici minori e delle periferie urbane, quanto per lo sviluppo delle aree verdi interessate dall’esigenza di riqualificazione di impianti industriali abbandonati. Al contempo, si tratta di un metodo di sano concorso pubblico-privato, nel quale l’iniziativa privata e la capacità progettuale dei liberi professionisti prospettano al pubblico obiettivi e finalità, a tutto vantaggio della collettività e senza oneri per il pubblico, se non quelli riferibili alla necessaria premialità fiscale.”

Di seguito il testo completo dell’intervento al Senato del Presidente Confprofessioni.

20200727_audizione_decreto_semplificazioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *