No alla deregulation per le consulenze universitarie

No alla deregulation per le consulenze universitarie

In una lettera ai Capigruppo del Senato la dura presa di posizione di InArSind: “la deregulation sulle consulenze universitarie, contenuta nel Decreto semplificazioni, è una regalia assistenzialista” e “prendiamo atto della perdurante disattenzione alle problematiche della libera professione”

L’associazione sindacale ha inviato ieri una lettera ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari del Senato con osservazioni non certo positive agli emendamenti all’articolo 19 del testo di legge sulla deregulation alle consulenze universitarie.
“L’introduzione dell’ennesima deregulation non porterà ad un trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca al sistema produttivo – come sarebbe opportuno avvenisse – bensì molto più prosaicamente porterà ad “una lenzuolata per il passato e una libera uscita per il futuro” per incarichi professionali ai docenti universitari, non più regolamentati da presupposti ed autorizzazioni accademiche”.

In rappresentanza degli ingegneri e architetti liberi professionisti italiani, InArSind chiede conto alle forze politiche ma soprattutto ai loro vertici, che in questi mesi tanto hanno sbandierato i mantra della “semplificazione” e della “competitività”, come si integri questa regalia assistenzialista nel quadro legislativo per affrontare – con i giusti strumenti – i poderosi investimenti che l’Ue ci ha concesso?”

Tenendo conto che – come dichiara a margine il presidente di InArSind, Roberto Rezzola – già i decreti Legge Cura Italia e Rilancio hanno sostenuto l’emergenza ma non hanno posto le basi per la necessaria trasformazione del Paese, l’impressione sembra sia quella di trovarsi le scorciatoie per non riprendere il passo per la crescita del paese e nel contempo tenersi la mano libera per agevolare le proprie consorterie”.

Gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti, nel corso degli anni, hanno già accumulato una notevole esperienza sulle cosiddette “consulenze” grazie alle quali a dipendenti universitari, a volte ad interi dipartimenti, sono stati affidati veri e propri incarichi professionali, senza che a nessuno sia venuto in mente di chiedere con quali mezzi e personale fosse possibile portarli a termine.
Così da domani – afferma il Presindente di InArSind, Roberto Rezzola – ancor più queste pratiche, se saranno rese possibili da questo provvedimento, continueranno ad erodere il mercato delle libere professioni senza alcun vantaggio pratico per la collettività e per la Nazione. All’interno di questo mancato rinnovamento le professioni liberali non possono non auspicare un autentico ripensamento del proprio ruolo nella Società, in nome delle risorse culturali e professionali che sono in grado di mettere in campo.

InArSind allora, tornando alla lettera, ancora una volta “invita il legislatore a voler affrontare con concretezza la conversione in legge di questo Decreto Semplificazioni chiedendo di tener conto delle nostre proposte” che sono:

Sburocratizzare ma responsabilizzare. Non è pensabile togliere dei consolidati “paletti” normativi senza individuare i responsabili dell’applicazione, in deroga, di norme sulla gestione del patrimonio pubblico.

Semplificare ma vigilare. Dal momento che si chiedono norme semplificate di assegnazione degli incarichi e degli appalti è inevitabile aumentare il livello di controllo ex post o as built dei processi di assegnazione e di controllo della commessa.

Incentivare ma investire. Si fa molto riferimento allo strumento delle agevolazioni e degli sconti fiscali ma non si è compreso che gli obbiettivi e gli investimenti debbono garantire presupposti di sostenibilità e redditività.

Si allega il link a cui scaricare la lettera inviata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari del Senato

20200902 Emendamento Pittoni Art 19 DL 76 2020

 

Aggiornamento del 4 settembre ore 15:30

Le ultime notizie danno conto che sarebbe stato richiesto lo stralcio dell’emendamento sulla deregulation sulle consulenze universitarie. Nell’attesa di scoprire chi abbia ritirato la “manina” InArSind si ritiene soddisfatta di questo primo passo di ravvedimento ma attende ancora che venga messo mano a tutto il regime del lavoro part time del pubblico impiego.

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inarsind2