Ma mi faccia il piacere !

Sabato 13 Maggio 2017 si è svolta a Roma la Manifestazione Nazionale per l’equo compenso alla quale, come preannunciato, ha partecipato anche la nostra Associazione, sfilando per le vie di Roma da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni. Diverse testate giornalistiche – La Stampa, Il Fatto quotidiano, Economia & Finanza – hanno dato conto dell’evento, che ha avuto decisamente un ottimo successo partecipativo.

Riferendone ad alcuni Colleghi, mi ha colpito il commento, che definirei sarcastico e/o rassegnato, di un amico : “Beh, quanti fischi ed epiteti negativi sono stati indirizzati al corteo di privilegiati?”

La domanda provocatoria mi induce ad una constatazione con conseguenti considerazioni, che desidero condividere con voi, riferendomi ovviamente solo agli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti e non certo alle altre Categorie partecipanti alla Manifestazione,

La constatazione è insita nella provocazione dell’amico : è vero, siamo percepiti, nell’opinione corrente, come privilegiati, per il possesso di una laurea molto qualificata, per le caratteristiche ritenute gratificanti del nostro lavoro ed anche per i nostri emolumenti.

Ora, se possiamo concordare sul primo punto, la laurea – che comunque si acquisisce in cinque anni con tanta applicazione ed impegno (non è proprio una passeggiata!) – sugli altri due, salvo le ovvie eccezioni, non possiamo proprio convenire.

Se dovessi indicare un Collega che, almeno negli ultimi dieci/quindici anni, mi abbia manifestato la sua soddisfazione per il lavoro che svolge, avrei serie difficoltà. Ho raccolto e raccolgo, viceversa, un senso generale di frustrazione per incombenze sempre maggiori, ma sempre al di fuori della vera attività tecnica: scartoffie, moduli, dichiarazioni, burocrazia, burocrazia e burocrazia. Siamo sostanzialmente vessati – è il termine corretto – da norme, disposizioni, delibere, ordinanze; ma anche ed in misura rilevante da comportamenti individuali, sia da parte pubblica che privata, che spesso sono lesivi non solo della nostra dignità professionale, ma anche sotto il profilo umano e personale. Direi che oggi l’accostamento della Professione di Ingegnere ed Architetto alla parola gratificazione equivale ad un ossimoro.

E veniamo al terzo punto: i nostri redditi. Per affrontare con la dovuta concretezza questo tema ricorriamo ai dati disponibili sul sito di Inarcassa alla voce” Inarcassa in cifre – Statistiche su iscritti e pensionati, redditi e volumi di affari.”, con riferimento finale disponibile all’anno 2015.

Vi riporto in particolare le Tabelle 16, 18, 19, 20 e 21. Come potete vedere il segno negativo la fa da padrone dal 2007 al 2015, anno nel quale si è registrata una modesta inversione di tendenza, che tuttavia non ha sostanzialmente modificato un quadro a dir poco desolante, che evidenzia uno slittamento del dato reddituale verso le fasce più basse.

 

Francesco Basso

Consigliere Nazionale Inarsind

ma mi faccia il piacere

Author

inarsind