Libertà è partecipazione

In questa breve nota non intendo riprendere considerazioni specifiche già svolte circa la nostra “inerzia” a sostegno e difesa della attività professionale, ma desidero richiamare la nostra attenzione sul deficit partecipativo che in termini generali ci ha caratterizzati ed anche attualmente purtroppo ci identifica.

Per meglio esplicitare il mio pensiero mi faccio soccorrere dall’indimenticabile Signor G, Giorgio Gaber, in particolare dal brano “La libertà” inserito nell’album “Dialogo tra un impegnato e un non so” tratto dall’omonimo spettacolo dell’anno 1972.
Ne riporto alcune parti molto significative:

Vorrei essere libero, libero come un uomo…
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone… non è neanche avere un’opinione… non è neanche un gesto o un’invenzione.
La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.

Essere liberi non significa fare tutto ciò che si vuole: la libertà umana si sostanzia nella possibilità di partecipare, essere soggetti attivi di ogni decisione che ci riguardi, senza delegare ad altri il compito di indirizzare le nostre vite.

Condivido integralmente questa concezione del Signor G: è solo la partecipazione attiva alle vicende della nostra vita che ci può affrancare, può darci la possibilità di confrontare le nostre idee, di condividerne altre ed in definitiva di vedere affermata la nostra vera libertà.
Partecipazione: è questa la via da perseguire per affermare il nostro diritto/dovere di essere uomini liberi

Francesco Basso,
Segretario Inarsind Ferrara.

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