La semplificazione normativa secondo Inarsind.In vigore i modelli semplificati CIL e CILA ogni Regione fa come vuole

Da molti anni sentiamo ripetere il mantra della semplificazione normativa ma ogni legge emanata al riguardo ha invece sempre, purtroppo, ulteriormente complicato la situazione.

  1. La normativa che riguarda il territorio.

La burocrazia asfissiante e l’ossessiva legificazione  allontanano la pubblica amministrazione dalla società civile ed imprenditoriale. Nel settore delle professioni tecniche,  lo svolgimento  dell’attività diventa quasi impossibile, con enormi  danni al collegato vasto mondo economico-sociale. La gestione stessa del territorio, dell’urbanistica, dell’edilizia o del dissesto idrogeologico      risulta inevitabilmente deficitaria  con risultati drammatici che si ripetono inesorabilmente.

  1. Normativa che regola le libere professioni

La riforma delle libere professioni e degli Ordini ha tradito le iniziali aspettative aumentando oneri e diffidenze. In particolare, è da sottolineare come l’atteggiamento negativo nei confronti dei liberi professionisti sia arrivato a punte ormai paradossali.

Persiste ancora e si rafforza l’idea di fondo che il libero professionista sia evasore, ricco e furbo, con emanazioni di leggi chiaramente volte a contrastare il “malaffare”. Oltre alle leggi che riguardano esplicitamente le libere professioni, anche le leggi che regolano le varie materie di settore contengono ormai esplicite limitazioni all’attività libero professionale che sono inequivocabili attacchi al lavoro intellettuale del professionista.

Alcuni esempi.

  • La legge sui lavori pubblici accomuna sostanzialmente  il lavoro intellettuale  a quello dell’impresa fornitrice si servizi come se ogni giudizio tecnico del professionista fosse animato solo dall’ottenimento del massimo profitto e non da “scienza e coscienza”;
  • La legge sull’APE (Attestato di Prestazione Energetica) vieta al professionista di svolgere la propria attività per i parenti fino al 4° grado ed è come se un medico non potesse visitare e prescrivere farmaci per una cugina;

Gli ultimi provvedimenti governativi sui moduli unici nazionali per SCIA e Permesso di Costruire, fatti all’insegna della semplificazione, non semplificano ma evidenziano in modo esplicito l’aberrante situazione. La declinazione regionale aggiunge ulteriori adempimenti e in alcuni casi si sommano un altro centinaio di punti ai 270 dei moduli nazionali.

L’iniziativa di Confprofessioni “Rottamiamo le norme inutili”  è un passo importante.

Oltre a rottamare le norme inutili , però, dobbiamo rottamare anche gli enti che emanano norme inutili, secondo il concetto più volte enunciato (e che ora compare spesso sui social network) che le norme inutili (ovvero dannosissime per il territorio) sono invece utilissimo pane per la burocrazia che ci azzanna.

La maggioranza degli  iter burocratici per i cittadini o le imprese sono al limite della follia, solo per giustificare la presenza di questo o quell’ufficio di controllo. Troppi enti pubblici forniscono  sempre leggi e norme che invece di essere servizi utili per i cittadini  sono necessari solo a giustificare la loro esistenza. Per non parlare delle continue modifiche e degli aggiornamenti un esempio per tutti potrebbe essere la storia della certificazione energetica degli edifici che dal 2005 al 2014 ha subito almeno una dozzina di modifiche ed integrazioni oltre ad aver dato un’enorme spazio su schemi e norme alle singole regioni  e ancora oggi siamo in attesa dei nuovi cambiamenti previsti in luglio 2015.

In campo urbanistico edilizio occorre limitare gli enti che legiferano  a due: stato e comuni opportunamente ridotti nel numero. La costituzione riconosce ai comuni la gestione dell’urbanistica ma attualmente le regioni, in molti casi, stanno limitando in modo inaccettabile l’autonomia dei comuni.  Le regioni devono avere, invece, solo funzione di controllo e unificazione, senza appesantimenti legislativi.

Ing. Salvo Garofalo
Presidente Inarsind

Author

inarsind